sanità

Liste d’attesa, 3 milioni non spesi. «Ma ci è mancato il personale»

Burger: «Nel 2022 come altre regioni non siamo riusciti a impiegare i 4 milioni arrivati da Roma». Approvata la nuova delibera: «Ci consente di utilizzare i circa 2,9 milioni che avanzano. Ce la facciamo, abbiamo fatto assunzioni».


Valeria Frangipane


BOLZANO. Liste d’attesa, che dolori. Tempi infiniti per certe visite specialistiche e per gli esami diagnostici. Per una risonanza magnetica prioritaria servono tre/quattro mesi. Lo sanno bene i cittadini quando tentano di prenotare al Cup e che spesso per accorciare i tempi sono costretti a rivolgersi al privato. E a pagare di tasca propria.

Dalla Provincia intanto arriva una notizia: i soldi per tagliare le attese ci sarebbero - Roma nel 2022 ha stanziato per l’Alto Adige 4,351 milioni di euro - che però sono stati spesi solo in parte perché manca personale.

E la delibera approvata martedì dalla giunta permette di utilizzare i milioni che avanzano per recuperare 49.688 prestazioni per una spesa complessiva stimata pari a 2 milioni 951 mila euro: 885.037 euro per finanziare prestazioni aggiuntive, 2,066 milioni destinati alle strutture private accreditate.

Burger: non siamo riusciti ad utilizzare tutti i fondi

Sembra paradossale, ma perché non siamo riusciti a spendere i soldi che abbiamo? Lo spiega Günther Burger, direttore del dipartimento Sanità della Provincia. «Come altre regioni, nel 2022 non siamo riusciti a utilizzare l’intera somma messa a disposizione da Roma - i famosi 4 milioni e 351 mila euro - perché ci è mancato personale, specialmente nelle branche interessate dal piano di recupero. Il ministero ha lasciato quindi alle singole regioni e province la scelta su come spendere i fondi restanti». I quasi 3 milioni avanzati. «Potevano servire - continua - per pagare debiti o potevamo usarli nel 2023 per recuperare le liste di attesa, aggiornando il piano operativo provinciale. Noi abbiamo scelto la seconda opzione. La delibera di oggi (ieri, ndr) è una necessità formale (che rispetta comunque i tempi previsti), cioè approva il piano in cui diciamo come andiamo a spendere quei fondi. Ma si tratta di fondi già assegnati e che già stiamo utilizzando. Quanto al personale, se è vero che nel 2022 ci è mancato, nel 2023 c’è stata un’inversione di tendenza positiva con l’Azienda sanitaria che è riuscita ad assumere di più, quindi riusciamo meglio a coprire i turni e ad offrire le prestazioni previste».

Kompatscher: servono più medici di famiglia

E sempre a proposito di personale, il presidente Arno Kompatscher - a Torino, al Festival delle Regioni - in una tavola rotonda sul welfare ha detto che «per rispondere alla domanda del Paese e affrontare il tema difficile delle liste d'attesa, l’unica soluzione è lavorare sulla medicina territoriale». In sintesi sui medici di famiglia e in Alto Adige ne mancano già un’ottantina. «Ormai il 70% dei servizi richiesti riguardano situazioni croniche, occorrono più medici di base, figure centrali del sistema che vanno valorizzati e non trasformati in burocrati». Per Kompatscher «si fa troppa medicina difensiva e troppo poca medicina preventiva e i medici per paura a volte prescrivono farmaci su farmaci, o esami specialistici che non servono. Se potessero lavorare al meglio, potrebbero fare i medici davvero. Certamente ci servono più medici di famiglia».













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