Disagi

Lo spaccio davanti al Duomo. «Degrado fuori controllo»

Piazza Parrocchia presa d’assalto alla luce del sole da pusher e ragazzi che acquistano sostanze illegali. Il parroco don Mario Gretter: «Situazione molto difficile a due passi dalla chiesa. I controlli ci sono, ma non bastano»


Aliosha Bona


BOLZANO. Piazza della Parrocchia torna ad essere il quartier generale dello spaccio. Senza timore, alla luce del sole, stanno seduti sulle panchine o ai piedi della parete del Duomo: chiacchierano, ascoltano musica e spacciano. «Qualcuno addirittura urina sul muro della chiesa e sporca un luogo sacro», testimonia Sylvia Hofer. La presidente della Circoscrizione Centro-Piani-Rencio denuncia una situazione «da tempo fuori controllo». Sono almeno una quindicina i ragazzi stranieri, alcuni minorenni, che bazzicano costantemente a due passi da piazza Walther. E i controlli della polizia, puntuali e all'ordine del giorno, servono solamente a tamponare la ferita. «Non appena i vigili se ne vanno, tornano ad occupare lo spazio per proseguire la loro attività», interviene Don Mario Gretter, parroco al Duomo di Bolzano da 13 anni, «Purtroppo la richiesta per la droga è altissima, in costante aumento anche tra i più piccoli, e la distribuzione avviene nel cuore del centro storico». L'ultima pesante operazione della polizia è datata venerdì, quando cinque volanti hanno circondato piazza della Parrocchia per dare il via ai controlli. Li fermano, li perquisiscono, li identificano e, concluse le operazioni, non sempre facili visto l'atteggiamento aggressivo di qualcuno, se ne vanno. E gli spacciatori tornano alla base nel giro di qualche ora o al più tardi il giorno successivo.

La paura tra le vie del centro

Era dai tempi del lockdown che l'area non veniva occupata così stabilmente. Che negli anni si sono trasferiti al Parco della Stazione, al Parco dei Cappuccini e dietro il teatro comunale, dove tra pochi mesi dovrebbero partire i lavori di messa in sicurezza con cinque cancelli anti-degrado. Di sera le persone hanno paura a camminare tra le vie che separano piazza Walther da piazza Verdi. «Ogni volta che esco e torno tardi devo farmi accompagnare a casa da alcuni amici dopo che lo scorso maggio sono stata importunata da un uomo. Non mi sento più sicura», racconta una studentessa di Unibz che abita nelle vicinanze. La paura è anche che molti giovani possano essere trascinati nell'incubo delle dipendenze: eroina, hashish e cocaina le più diffuse. «Se la droga non venisse consumata in grandi quantità non ci sarebbe lo spaccio», spiega Sylvia Hofer, «I giovani, compresi tanti bolzanini, sono attirati da chi offre certe sostanze. Guardano incuriositi e talvolta entrano in questo giro, da cui è difficilissimo uscirne». Don Mario Gretter, vivendo la zona ogni giorno, ne ha viste di tutti i colori: «La piazza che affaccia al Duomo viene usata come bagno pubblico, è luogo di degrado e spaccio, ma dobbiamo porci una domanda», riflette, «Cosa facciamo come società per interrogarci sull'uso di queste sostanze? Il fatto che ci sia un bisogno così intenso di stupefacenti deve farci pensare. C'è una ricerca ossessiva di questi strumenti per anestetizzare il proprio dolore. Quindi il contenimento serve, ma bisogna agire alla base. Con i servizi degli educatori di strada, con il volontariato e proposte che possano dare un senso alla vita di queste persone».













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