Merano

Merano, gettate decine di copertoni nel Passirio alla confluenza 

Lo scempio ambientale. Segnalati pneumatici nella zona dove si uniscono le acque del torrente cittadino dell’Haarwaal e dell’Adige. Il fatto denunciato al Noe e portato all’attenzione delle autorità comunali e provinciali


Simone Facchini


MERANO. Lo scempio si compie nella zona in cui il Passirio si tuffa nell’Adige. Lì confluisce anche l’Haarwaal, rio secondario. Varie decine di copertoni d’auto sulle sponde e nell’acqua. Le immagini che corredano queste parole sono state scattate sabato scorso e danno l’idea del delitto ambientale in corso. L’acquicoltore responsabile dei tratti fluiviali in questione ha denunciato l’episodio. A supporto della protesta c’è la Fipsas (Federazione italiana sportiva e attività subacquee).

La denuncia ai carabinieri.

La denuncia è sul tavolo del Noe, il nucleo operativo ecologico dei carabinieri. Del fatto sono stati messi a conoscenza i vari uffici competenti del Comune e della Provincia. Nell'alveo e nelle zone ripariali dell’area della confluenza sono stimate fra le 60 e le 80 gomme smaltite senza alcun rispetto, delle leggi e ancor prima della natura. Numero tendente al ribasso, perché con una certa probabilità una quota è sommersa a tal punto da impedirne l’individuazione o è già stata trasportata a valle dalla corrente fluviale.

Segnalazioni.

Lo smaltimento abusivo di rifiuti alla confluenza, dove fino a pochi anni fa si trovava il campo sinti ora trasferito poco distante con affaccio sull’Adige, era una costante delle segnalazioni di pescatori, ambientalisti, residenti. Sacchi di immondizia ma pure elettrodomestici di grandi dimensioni a deturpare l’ambiente. Questa volta (non la prima) si tratta di pneumatici di veicoli, della cui provenienza saranno le autorità a doversene occupare.

Opere di pulizia recenti.

Solo due mesi fa, a inizio marzo, i guardiapesca della Fipsas avevano raccolto un intero container di immondizie e copertoni. L’area Bacini montani della Provincia aveva recuperato i rifiuti con l’utilizzo di un escavatore.

Promesse e poche soluzioni.

Acquicoltori e Fipsas hanno portato il tema all’attenzione dell’apparato istituzionale più volte, nel corso degli anni. A prescindere del colore politico di chi sedeva nella stanza dei bottoni. Le risposte sembrano essersi arenate in rassicurazioni di maniera, al netto delle cicliche operazioni di pulizia che però non arrivano alla radice del problema.













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