Frana sotto al Coronelle «Tutta colpa della pioggia» 

Florian Eisath risponde agli ambientalisti. «Versante da sempre soggetto a smottamenti Non c’è nessun pericolo per gli escursionisti. Al termine dei lavori verrà tutto quanto ripristinato»



Bolzano. Stanno facendo il giro dei social: le foto della notevole doppia frana di terra e massi dolomitici precipitata nei giorni scorsi per centinaia di metri al di sotto del cantiere dove si sta realizzando la stazione interrata della nuova cabinovia da malga Frommer al rifugio Coronelle. Gli ambientalisti locali e nazionali hanno segnalato e denunciato, ed è stato anche girato un video ripreso da un drone, che ha risalito la frana fin dove ha avuto inizio, accanto alla gru del cantiere. Club alpino italiano, Alpenverein, Mountain Wilderness e i protezionisti sudtirolesi di Dachverband e Heimatpflege sono seriamente preoccupati del danno al paesaggio in un ambiente così sensibile e delicato, molto vicino al patrimonio Dolomiti Unesco. Ma ora gli impiantisti si discolpano: «Colpa delle piogge, sul Catinaccio da un mese piove tutti i giorni». A parlare è Florian Eisath, già atleta della nazionale di sci alpino, oggi alla guida dell’azienda di famiglia, la Latemar Carezza. «Mi stupisce, gli ambientalisti sono sempre meglio informati di noi...» Non nega, Eisath: «La frana è partita in quella valletta sotto al cantiere, però diciamo che il grosso, il vero punto di inizio è stato giù a metà del pendio, dove già in passato si erano verificati eventi franosi». Il doppio smottamento si è verificato alla fine della settimana scorsa. «Il geologo provinciale Volkmar Mair è salito per un sopralluogo. Il fatto è che a inizio novembre, sul terreno non ancora ghiacciato, è venuta giù neve a non finire. E adesso, da un mese e mezzo a questa parte, piove tutti i giorni. Il terreno è saturo. Il cantiere non ha fatto niente, è solo stato il punto di partenza». Se si guardano le ortofoto satellitari del geobrowser provinciale, prosegue Eisath, «si notano gli accumuli franosi dovuti a eventi passati, solo che adesso sono rinverditi». Anche l’anno scorso, in seguito a un fortissimo temporale, a poca distanza, giù verso la Ochsenhütte, «si è verificato un evento franoso dieci volte più grande. Non è mai bello vedere smottamenti del genere. Però è possibile ripristinare tutto. Abbiamo già preso contatti con la forestale, con l’ufficio geologia per i rilievi. Ovviamente è nostro primo interesse ripristinare tutto quanto. Finora abbiamo scavato 2000 metri cubi, un terzo del previsto, e abbiamo attuato misure di sicurezza rispetto al versante a monte». Quando si costruisce, «ci sono certamente delle interferenze, non si discute. Ma quando i lavori saranno terminati, il versante verrà risistemato al meglio». Eisath ha avuto modo di visionare il video girato grazie a un drone: «Si vede benissimo che sta uscendo tanta di quell’acqua... Il punto debole è stato lì. Ma nulla che non sia ripristinabile». La nuova cabinovia sarà pronta per il 15-20 dicembre, i lavori definitivi di ripristino verranno terminati il prossimo anno. DA.PA.













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