«Zitto negro», insulti razzisti alla partita tra ragazzini

Preso di mira un bambini di colore della Stella Azzurra nella partita contro gli Esordienti del Bozner Il giocatore, di 10 anni, è uscito piangendo. Intervento della Federcalcio: «Basta, serve più rispetto»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Dopo gli insulti razzisti a Mario Balotelli, il fuoriclasse del Milan “beccato” da tre tifosi beceri mentre si allenava con i compagni della nazionale a Coverciano, ora il fenomeno sembra interessare anche i campetti da calcio nostrani. Il protagonista della vicenda è un ragazzino di colore di 10 anni che milita nella formazione Esordienti della Stella Azzurra, che sabato al «Talvera» ha affrontato i coetanei del Bozner. Marco, questo è il nome (volutamente di fantasia) del giovane, è stato l’involontario protagonista di un contrasto di gioco con un avversario. E quest’ultimo, dopo avergli rifilato un calcione (niente di tragico, solo un normale fallo di gioco) e aver sentito le sue lamentele lo avrebbe anche apostrofato con la frase “Stai zitto negro”. Marco è uscito dal campo piangendo, probabilmente per il dolore, ma al suo allenatore Massimiliano D’Agostino non sono sfuggite quelle parole, tanto che anche ieri ha telefonato alla famiglia per sincerarsi che fosse tutto a posto.

D’Agostino, che oltre ad essere un allenatore sa bene di avere anche un importante ruolo di educatore, ha deciso subito di scrivere un’email al Comitato altoatesino della Federcalcio per evitare che questi episodi si possano ripetere.

«Sabato - spiega D’Agostino - è successo quello che non dovrebbe mai accadere su un campo da gioco: ci sono stati insulti razzisti. Voglio precisare che non ce l’ho con il Bozner, e tantomeno con il tecnico o con i giocatori avversari, ma con chi ha permesso che queste cose accadessero, insulti compresi. Sto parlando della persona che ha diretto la partita (si tratta di un dirigente e non di un arbitro federale ndr). Forse anche per questa gestione troppo tollerante della gara il ragazzo di colore che milita nella mia squadra è uscito piangendo. Vorrei stigmatizzare anche il comportamento poco sportivo di alcuni genitori, di entrambe le squadre, sugli spalti. Invece di dare l’esempio si lasciano andare ad insulti senza senso». Venuto a conoscenza dell’episodio, decisamente poco simpatico, sulla questione è intervenuto ieri anche il presidente del comitato altoatesino della Federcalcio Karl Rungger: «Preferisco non parlare di questo caso in particolare, visto che non ero presente, ma mi sento comunque di dire alcune cose sull’argomento. Ritengo che tutti, nel mondo del calcio, anche in Alto Adige, debbano avere più rispetto nei confronti delle persone di lingue, etnie e razze diverse. In passato ci si rispettava di più e forse oggi qualche ragazzo o qualche genitore è condizionato anche da ciò che vede o sente in televisione. Il calcio è uno sport divertente, che piace a tutti, ma soprattutto a livello giovanile bisognerebbe sforzarsi di mettere prima del risultato il fair play e la tolleranza per gli altri. Avversari o compagni che siano».

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