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Uil: «Un tavolo per introdurre la settimana di quattro giorni»

Se ne discuterà con Confesercenti, Cna e Confindustria. Secondo il sindacato le priorità sono: rimediare alla perdita di potere d’acquisto dei lavoratori, il problema casa, l’eccessiva predominanza del settore turistico



BOLZANO. Casa, turismo e una piattaforma per la settimana di quattro giorni. È questo il programma 2024 della Uil altoatesina. Il sindacato ha assegnato la delega all'economia a Marco Pugliese che ha avviato un lavoro di raccolta e approfondimento dati di otto mesi. «L'Alto Adige dipende troppo dal mercato e dal turismo. La settimana lavorativa di quattro giorni? Lavoreremo ad una piattaforma per renderla conveniente e il patentino nella sanità non deve essere un totem...».

L'economia altoatesina

Il sindacato Uil ha avviato un approfondito lavoro di riflessione ed elaborazione di possibili soluzioni economiche per il territorio altoatesino. La delega alla competenza economica nel sindacato è stata affidata a Marco Pugliese, che ha tratteggiato il quadro entro cui si muove il sistema Alto Adige: «Abbiamo individuato la cornice iniziando un percorso di osservazione dei dati e approfondimento di otto mesi, che si concluderà con un evento a febbraio dove saranno proposte alcune possibili innovazioni. Incontreremo anche i nuovi assessori competenti non appena sarà formata la giunta». Dal problema casa sino ad un'eccessiva tendenza alla dipendenza dal turismo senza dimenticare un argomento più squisitamente sindacale come la settimana di quattro giorni.

Aumentare il potere d'acquisto

«Gli stipendi - così Pugliese - vanno adeguati a un regime altoatesino che negli ultimi anni ha letteralmente polverizzato la capacità di spesa dei cittadini». Facile proporre un adeguamento, un po' meno capire come. «Se viene alzato troppo lo stipendio da parte degli enti dello Stato si crea un'inflazione troppo competitiva con il mondo del privato - rischiando addirittura il paradosso di una flessione degli stipendi nel privato. Più che correre all'aumento, dunque, bisognerebbe trovare delle soluzioni per aumentare il potere d'acquisto». In Alto Adige i prezzi sono terribilmente cari, a partire dalla casa, come mai? «Bisogna sedersi ad un tavolo - sostiene - e capire cosa succede. Non è facile, però, perché, se basiamo la nostra società sul mercato, poi non possiamo mai regolamentare più di tanto la materia. Si demanda tutto a un concetto super partes come il meccanismo domanda-offerta. La bussola, in questo schema, non può che essere solo il profitto».La proposta della Uil altoatesina è «tornare a fare in modo che sia la classe media a stare al centro». Sotto una certa soglia se ne occupa lo Stato, sopra una certa soglia si è sufficientemente abbienti. «Nessuno, in questo momento, si sta occupando di chi sta in mezzo». Ci sono, poi, anche i costi dei servizi a incidere in modo pesante sui bilanci famigliari e aziendali. «Le norme europee, nello specifico caso la legge contro l'aiuto di Stato, in questo campo ci creano delle difficoltà, perché impediscono eccessive agevolazioni anche alle aziende locali».

La settimana di quattro giorni

Nel mondo del lavoro, intanto, inizia a farsi spazio la richiesta di una maggiore conciliazione con le esigenze della vita privata. Fa capolino, quindi, la settimana di quattro giorni che la Uil sostiene. «Bisogna creare le condizioni per le aziende - prosegue - per poterla attuare. Dialogheremo con Confesercenti, Cna e Confindustria per creare una piattaforma che possa rendere questa soluzione non solo praticabile ma anche vantaggiosa per gli imprenditori. Le parti datoriali vanno coinvolte». Senza dimenticarsi del tema della formazione per avere lavoratori più performanti e preparati: «Molti alti profili se ne vanno dall'Alto Adige e questo è un problema che va messo al centro. La questione abitativa, in questo, non è secondaria. Così come sarebbe il caso di iniziare a ragionare sulla dipendenza della sanità dal patentino. In momenti di crisi si possono anche ipotizzare soluzioni shock».

Troppo dipendenti dal turismo

«L'Alto Adige ha un'economia da tripla A, perché l'ente pubblico paga le aziende oltre ad uno schema di agevolazioni contributive dove lo Stato mette una pezza». Conclude Pugliese: «Viviamo di un terziario e di servizi molto forti, ma soffriamo di un'economia a onde: in passato, per esempio, il turismo non era così forte come oggi. Siamo finiti a dipendere moltissimo dai flussi turistici, quindi siamo molto appesi ai mercati stranieri. Pensiamo alle possibili conseguenze di una contrazione dell'arrivo di turisti tedeschi per via di una Germania in crisi. Ci metterebbe in difficoltà e dobbiamo riuscire a sottrarci da queste fluttuazioni». DA.PA













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