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Asilo, l’anno obbligatorio costa 500 mila euro al Comune

Kompatscher: «Non si può sapere come sono composte le classi»


Antonella Mattioli


BOLZANO. L’idea della Provincia di introdurre un anno - l’ultimo - di scuola dell’infanzia obbligatorio piace sia all’assessora comunale Johanna Ramoser - che per prima nelle scorse settimana è tornata a sollecitare una soluzione sulla presenza ritenuta eccessiva di bambini italiani e stranieri nelle scuole elementari (primaria) di lingua tedesca - sia al presidente del Consorzio dei Comuni Andreas Schatzer: il problema adesso sono i costi. Visto che l’obbligatorietà implica che per le famiglie che oggi pagano in media una retta di 72 euro al mese a bambino (la cifra può essere inferiore per i redditi più bassi), in futuro il servizio sia gratuito e quindi - salvo accordi diversi - a carico dei Comuni.

A Bolzano gli uffici hanno già fatto i conti: alle casse del Municipio costerà circa 500 mila euro all’anno. Nei Comuni piccoli la cifra sarà ovviamente inferiore, ma anche i bilanci da cui attingere hanno minori risorse. Per questo il presidente del Consorzio dei Comuni Andreas Schatzer, pur condividendo lo spirito dell’iniziativa, vuole quanto prima discuterne con la Provincia: «Bene l’introduzione dell’anno obbligatorio di scuola dell’infanzia; così come il prolungamento estivo, purché i costi non siano a carico dei Comuni. I nostri bilanci non ce lo consentono, anche perché dobbiamo già far fronte ad una serie di nuove spese ma il budget rimane sempre lo stesso».

Il problema è di natura finanziaria anche per l’assessora Johanna Ramoser: «Finalmente si è ripreso a discutere e affrontare un problema - quello della presenza di troppi bambini italiani e stranieri nelle scuole elementari tedesche - di cui non si parlava ormai da tempo. Sono contenta di averlo sollevato, facendomi interprete delle difficoltà delle insegnanti e delle lamentele dei genitori. Buona la soluzione trovata di rendere obbligatorio un anno di scuola dell’infanzia in modo che i bambini - in particolare quelli che vengono da famiglie in cui non si parla neppure una parola di tedesco - comincino ad abituarsi alla nuova lingua. L’importante è che si faccia in maniera seria: non deve essere solo gioco, ma una vera pre-scuola. Detto questo dovremo affrontare con la Provincia il problema di chi si accolla la spesa dell’anno gratis. Al Comune di Bolzano costerebbe circa 500 mila euro all’anno. Una cifra notevole per il nostro bilancio».

Ricordiamo che l’anno obbligatorio di scuola dell’infanzia è una delle proposte contenute nell’emendamento approvato - all’inizio della scorsa settimana - dalla prima commissione legislativa del consiglio provinciale con i tre sì dei consiglieri Svp Magdalena Amhof, Paula Bacher e Gerhard Lanz. Sostenuto dal presidente Arno Kompatscher e proposto dai tre assessori provinciali alla scuola, l’emendamento pur riconoscendo - e non potrebbe essere diversamente - la libertà dei genitori di iscrivere i figli in qualunque scuola, che sia italiana o tedesca, prevede anche colloqui obbligatori per verificare la conoscenza della lingua principale di insegnamento da parte di alunni e famiglie, con contestuale obbligo a frequentare corsi nel caso in cui il livello di conoscenze linguistiche non sia ritenuto sufficiente.













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