Il lido di Lagundo primo in Alto Adige a riaprire i battenti

Lagundo. Dopo il rogo del novembre 2017 che lo aveva distrutto completamente, nell’agosto dell’anno dopo il lido di Lagundo ha riaperto completamente rinnovato. Nonostante l’emergenza coronavirus,...



Lagundo. Dopo il rogo del novembre 2017 che lo aveva distrutto completamente, nell’agosto dell’anno dopo il lido di Lagundo ha riaperto completamente rinnovato. Nonostante l’emergenza coronavirus, quest’anno ha anticipato tutti. Un primato che è guardato con interesse da tutti gli operatori del settore, vista la complessità delle normative sanitarie che tanto fanno discutere i gestori di spiagge e bagni privati.

«Abbiamo asportato tutti i giochi e gli oggetti che possono essere toccati da più persone e dimezzato la capienza, ma il problema non è questo», spiega Erwin Götsch, responsabile della struttura, che a pochi giorni dalla riapertura traccia un bilancio positivo. Nel confronto con la passata stagione i dati sono impietosi, con una diminuzione netta delle entrate di due terzi, ma quello che preoccupa quotidianamente Götsch «è il comportamento della gente: qualche volta dobbiamo ricordare di mantenere le distanze interpersonali, soprattutto ai più giovani, che comprensibilmente si dimenticano della situazione». Il tema per i gestori delle strutture balneari e delle piscine per la stagione 2020, anticipa Götsch, sarà quello del rispetto degli obblighi sanitari, nella speranza che gli ospiti attuino autonomamente comportamenti virtuosi e non impongano ai gestori un lavoro extra di comunicazione. La seconda questione è quella delle procedure di disinfezione continua della struttura. Nel caso di Lagundo sono state assunte due persone in più, con evidente aumento dei costi di gestione a fronte delle minori entrate.

La piscina di Gargazzone.

Rinviata di due settimane invece l’apertura della piscina naturale di Gargazzone. Prevista in un primo momento per il 24 maggio, è slittata: si dovrebbe tenere sabato 13 giugno, con la rinuncia alla festa che inizialmente era stata programmata e annunciata.

Il sindaco di Gargazzone è a conoscenza dell’ordinanza del presidente della Provincia secondo cui stagni naturali e vasche per i bambini devono rimanere chiusi. A tal proposito dice che la piscina naturale di Gargazzone «non è certo uno stagno» e che verificherà prima dell’incontro di questa mattina con l’apposito gruppo di lavoro (al termine del quale dovrebbe essere definita la data di apertura) se l’impianto vada considerato facente parte della categoria per la quale è prevista la chiusura. Nel caso lo fosse, il rischio di non poterla riaprire è grosso. Ma il sindaco confida che l’impianto balneare di Gargazzone, benché non si usi il cloro, possa ottenere l’atteso benestare alla riapertura.

«Bisognerà anche studiare tutti gli accorgimenti per le distanze previste fra una persona e l’altra – prosegue Gorfer – e soprattutto stabilire il numero dei bagnanti ammessi. Dovremo anche garantire la possibilità di lavarsi le mani e decidere come e quando sanificare la piscina. La stessa festa di benvenuto per la riapertura dovrebbe essere rinviata, nel rispetto di quanto prevede la legge. Insomma è una situazione complicata per il nostro lido. E le disposizioni di legge non sono ancora molto chiare». Sono state confermate le tariffe della passata stagione, mentre subirà variazioni il programma di contorno all’attività natatoria che era stato già elaborato. La piscina naturale, fiore all’occhiello di Gargazzone, non utilizza additivi chimici per la purificazione dell’acqua. Il concetto è lo stesso che permette alle acque di laghi e bacini naturali di rimanere limpide e ossigenate. L’acqua è depurata grazie all’interazione fra piante acquatiche, fitoplancton e zooplancton e grazie anche alla circolazione attraverso filtri vegetali e sistemi di aspirazione di superficie. Inoltre, il fondo della vasca è pulito più volte a settimana. J.M./E.D.













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