Biancofiore, legge saltata «Ma non è stata colpa mia»

La deputata: «Brunetta sapeva del mio emendamento per togliere la distorsione in Alto Adige. Sono stati i nemici nel Pd di Renzi a impallinare il sistema tedesco»



BOLZANO. «Toglietevelo dalla testa, il mio emendamento è stato concordato. Lo ha confermato anche Brunetta, il mio capogruppo». Michaela Biancofiore è a Bolzano. E aggiunge: «L'avevo detto anche a Maria Elena (la Boschi): attenta, qui 2/3 dell'aula è con me pronta a bocciare questo sistema antidemocratico. La Svp vi ricatta, fidati...». Così, a pochi giorni dal quella giornata da lacrime (dem) e sangue (pentastellato) in cui il proporz con soglia al 5% è andato a gambe all'aria per uno suo testo che chiedeva di cancellare il sistema elettorale "ad hoc" per la regione, dice che non tutto è perduto: «Mettiamoci davanti ad un tavolo, noi e la Svp e rimettiamo mano al "tedescum". Io sono qui. E anche Forza Italia».

In sostanza la parlamentare azzurra conferma che ce l'aveva e l'ha sempre avuta, con la specificità dei collegi altoatesini, non con l'accordo sulla legge elettorale proporzionale. Anzi: che lei intendeva semplicemente togliere un'anomalia insopportabile e far sì che il Paese non finisca a Borghetto ma che ci siano in tutte le regioni sistemi elettorali omogenei. «Se poi qualcuno ha approfittato della situazione perché aveva qualche conto da regolare con Renzi - dice - sono affari suoi. E il Pd si faccia una domanda e si dia una risposta. Perché sono stati i suoi franchi tiratori a far sì che la questione finisse in quel modo».

E anche la vulgata che il suo emendamento fosse una sorpresa pure per i suoi è, appunto, una favola: «Ne avevo parlato con Brunetta».

E allora perché i parlamentari di Fi non l'hanno votato? «Perché la ragion di Stato imponeva di non affossare la legge elettorale e l'accordo tra noi, il Pd e Grillo. Ma nel merito tutti erano d'accordo».

Il merito è una legge , secondo la Biancofiore, a forte rischio di incostituzionalità, che consente a Svp e Pd di avere i loro seggi blindati. E con poche migliaia di voti, garantirsi 17 parlamentari su 18 in regione. «Mentre la Meloni, con milioni di voti, rischia di restare fuori dalla soglia», hanno detto in coro la deputata e Alberto Sigismondi, di Fratelli d'Italia.

Ora la questione è semplice per la Biancofiore. Da un lato, rimettersi a trattare per riportare sui binari una legge elettorale nazionale.

Dall'altro, «ripristinare la legalità e la democrazia per quanto riguarda i nostri collegi. Va bene- dice- rispettare le minoranze. E dunque va bene il bonus del 20% per la Svp o chi per lei. Ma poi facciamo ritornare a galla lo Statuto». E la carta statutaria, per la parlamentare parla chiaro. Infatti l'articolo 111, il cui testo è stato esibito in conferenza stampa, recita: “modifica delle circoscrizioni elettorali... allo scopo di favorire la partecipazione in Parlamento dei rappresentanti dei gruppi linguistici italiano e tedesco della Provincia di Bolzano, in proporzione alla consistenza dei gruppi stessi”.

È dunque sulla proporzionalità e non su artifizi uninominali o maggioritari che andrebbe riscritto l'emendamento che riguarda la nostra regione all'interno di una legge nazionale dunque omogenea.

«La cui validità- insiste- non si fermi a Borghetto».

E poi conclude: «È ben surreale che dei tedeschi come quelli della Svp si oppongano per l'Alto Adige a un sistema tedescum...». (p.c)













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