Bressanone, bimbo morto all'Acquarena: bagnini assolti

Nella tragedia del 2006 perse la vita, annegando, un bambino di 8 anni. Nove mesi per Stefano Cicalò, direttore dell'Acquarena, ritenuto responsabile di omicidio colposo



BRESSANONE. Nove mesi per Stefano Cicalò, direttore dell'Acquarena, ritenuto responsabile di omicidio colposo a causa della morte del piccolo Ergis Cara, il bambino di otto anni morto annegato il 10 giugno del 2006 all'interno della piscina.

Assolti, invece, Othmar Miachaeler, rappresentante della ditta Michaeler & Partner che curava la gestione operativa della struttura e i due bagnini Eric Petrini e Alex Gusella. La posizione delle insegnanti fu archiviata già all'inizio dell'indagine della Procura. Dopo cinque anni i due bagnini lasciano il tribunale senza il peso di essere stati responsabili della morte di un bimbo di otto anni.

Gli avvocati Nicola Nettis e Alberto Valenti, difensori dei due bagnini, ci hanno sempre creduto. Poi il procuratore capo Guido Rispoli ha confermato che entrambi andavano assolti insieme a Michaeler.

«Nel corso del processo - spiega il procuratore capo - è emerso che esisteva un prontuario all'interno dell'Acquarena: quattro bagnini con quattro punti di osservazione». Ma quel giorno i bagnini erano due, Eric Petrini e Alex Gusella, appunto, con cinque vasche aperte, 106 bambini che sguazzavano nell'acqua e tredici insegnanti. I due bagnini hanno sorvegliato con la dovuta diligenza le vasche della piscina. Ma essendo solo in due c'erano delle zone d'ombra che non potevano essere coperte.

In una di queste «zone d'ombra» è morto il piccolo Ergis, albanese, arrivato in Italia solo l'anno prima della tragedia. «I genitori lo avevano iscritto ad una scuola elementare tedesca - spiega il noto legale Nicola Nettis - Quando la scuola ha fatto avere loro il documento in cui acconsentivano ad Ergis di partecipare alla gita in piscina, non hanno capito che la scuola voleva sapere se il bimbo sapesse nuotare». Purtroppo il piccolo non sapeva nuotare. Entra nella vasca per la prima volta alle 8.49. Insieme a lui ci sono i suoi compagni della 3E delle elementari «Tschurtschenthaler».

Partecipano alla «Giornata del Nuoto». Ma si tratterà degli ultimi istanti di vita del piccolo Ergis. Il suo corpo galleggiante sarà notato appena tredici minuti dopo. Secondo gli esperti il bambino di otto anni ha passato tre minuti di agonia sul fondo della piscina mentre i compagni di scuola giocavano senza rendersi conto di cosa stesse accadendo. L'ultimo giorno di scuola prima delle ferie estive. Il dramma avvenne sotto gli occhi delle tre insegnanti di classe, oltre che degli addetti alla sicurezza della piscina. Ma ieri, dunque, anche l'accusa ha chiesto l'assoluzione per tre dei quattro indagati. Secondo il procuratore capo l'unico responsabile della terribile tragedia avvenuta cinque anni fa sarebbe Cicalò: «Aveva la possibilità di aumentare il numero di bagnini il giorno della tragedia, anche perché il numero di bambini presenti in piscina era notevole», sottolinea Rispoli. Intanto l'avvocato del direttore della «Acquarena Srl», Carlo Bertacchi, ha annunciato che presenterà ricorso per quanto riguarda la decisione dei giudici di condannare a nove mesi di reclusione il proprio cliente. La famiglia del piccolo Ergis, che si era costituita parte civile nel processo sotto il patrocinio dell'avvocato Marco Mayr, nel frattempo è stata risarcita dall'assicurazione. Accanto alla tomba di Ergis c'è ancora oggi un orsetto di peluche e tanti fiori.

© RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità