Scuola, in prima passa solo uno su due

Promosso il 52% degli alunni. L’Intendenza: troppi iscritti nei licei, l’anno prossimo saranno il 62 per cento


di Alan Conti


BOLZANO. Se tu sei promosso è molto facile che il tuo compagno di banco non lo sia. Almeno in prima superiore perchè poi le cose si fanno (almeno un po’) più semplici. È questo il dato che emerge dal fiume di statistiche presentate dalla Provincia in occasione della fine della scuola. Il primo anno della scuola secondaria di secondo grado, dunque, è una strettoia evidente nella carriera degli studenti altoatesini: solo il 52% di loro, infatti, lo passa indenne. Il 27% deve rassegnarsi a puntare l’obiettivo su settembre con il giudizio sospeso per una o più insufficienze mentre il 20% viene bocciato. Uno su cinque ripete l’anno.

Il meccanismo, per la verità, è sempre stato frequente nei vari istituti, non fosse altro per attuare una prima selezione e tamponare gli errori di orientamento dei ragazzi che escono dalla terza media. Desta ancora più impressione, però, in un momento in cui il trend è quello di abbassare al minimo storico le bocciature. Per la prima volta, infatti, la percentuale di chi deve ripetere l’anno tra tutte le scuole superiori italiane scende sotto il 12 toccando quota 11,7%. Aumenta, da contraltare, la scelta dello strumento del giudizio sospeso (passato al 22%). In sostanza superare il primo anno è una sorta di assicurazione sul percorso netto. Non a caso, all’estremo opposto, i non ammessi all’esame di Maturità sono solo il 6% e i bocciati direttamente dopo la prova di Stato sono appena l’1%. Rasoterra, ma qui siamo più nella normalità, la quota di non ammessi nella primaria (0,3%) e nella media (4,1%).

I numeri, intanto, vanno anche a toccare le corde di una tendenza che la Sovrintendenza cerca da tempo di tamponare, ma senza grandi successi: la liceizzazione. In sostanza i ragazzi e le famiglie continuano a ritenere più attrattivi i licei impoverendo, però, le risorse e i percorsi degli istituti tecnici. A fronte di un leggero calo negli ultimi anni che ha portato al 55% i diplomati nei licei di quest’anno (qualche anno fa erano il 62%) si ha una nuova impennata nelle iscrizioni del prossimo anno per ammissione della stessa sovrintendente scolastica Nicoletta Minnei. «Questo fenomeno si sta accentuando. Avvieremo delle campagne, sia strutturali sia di comunicazione, per far comprendere come anche gli istituti tecnici siano una scelta di qualità e abbastanza rassicurante per il futuro. Purtroppo l’eco della crisi è forte e nelle famiglie c’è preoccupazione per i settori professionali che più interessano i tecnici».

Da registrare, comunque, un aumento delle iscrizioni in generale nella scuola italiana, anche grazie alla scelta degli stranieri. Nel 2010, assommando tutti i gradi scolastici, gli studenti erano 15.686 mentre al termine del 2015 si è toccata quota 16.433. «Il segnale di una scuola comunque in salute - il commento dell’assessore Christian Tommasini - che deve comunque puntare sul plurilinguismo per fare di tutto questo un punto di forza più che di difficoltà».

L’analisi complessiva dell’anno, per ora, viene fatta sulla base di dati che sono essenzialmente quantitativi, ma la Provincia ha deciso di attivare un nucleo di ricerca sull’aspetto qualitativo della formazione. Una possibile alternativa locale all’Invalsi nazionale che già suscita una certa curiosità.

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