Svp e Pd, idea Bressa per il Senato

La Stella alpina studia come colmare il vuoto che lascerà Zeller, che non si ricandida. Primi nomi anche per la Camera


di Francesca Gonzato


BOLZANO. Zeller non si ricandiderà. Una voragine politica davanti alla Svp. Effetto domino, le conseguenze potrebbero farsi sentire nel Pd, il partito alleato. Via Karl Zeller da Roma, per evitare il vuoto politico Svp e Pd potrebbero chiedere a Gianclaudio Bressa di restare e candidarsi nel collegio senatoriale Bolzano-Bassa Atesina. L’attuale senatore Francesco Palermo è certo di non ricandidarsi.

È di questo che si parla. È tutto all’inizio, è tutto fumoso, a partire dal principale punto interrogativo sulle elezioni politiche, oltre alla data: con quale sistema elettorale si voterà per la Camera? Il punto di partenza è appunto l’uscita di scena del senatore, presidente del Gruppo per le autonomie. «Questo è il mio ultimo mandato», ha ribadito Zeller lunedì scorso dopo il referendum costituzionale. Doppio ostacolo per una sua eventuale ricandidatura. Primo, dopo 22 anni in Parlamento, Zeller intende dedicarsi a tempo pieno alla professione di avvocato. Secondo, ha esaurito il limite dei mandati previsto dallo statuto Svp. Nel partito hanno provato a convincerlo a restare, a studiare modifiche statutarie. La battaglia sembra conclusa: la modifica del limite dei mandati con un congresso ad hoc non viene ritenuta gestibile in un partito come la Svp, che ha «pensionato» dalla Camera in nome di quella regola, tra gli altri, Siegfried Brugger, il proprio ex Obmann.

Nessuno è indispensabile, ma nella Svp pensano con sgomento a una pattuglia parlamentare priva di Zeller, autore di ciò che viene definito il «capolavoro politico» della costruzione dell’attuale Gruppo per le autonomie con 19 senatori, che raccoglie anche senatori a vita e il presidente emerito Giorgio Napolitano. Grazie a quei 19 voti, la Svp è uno dei partiti che contano al Senato. E ci sono poi quei 22 anni di rapporti romani costruiti da Zeller con politici e dirigenti ministeriali. Non si ottiene in Costituzione una clausola di garanzia per le autonomie speciali senza una cassetta degli attrezzi ben rifornita. Esclusa la ricandidatura di Zeller (salvo sorprese), si pensa al dopo. Serve una candidatura forte per garantire continuità nella politica di costruzione dell’autonomia integrale. Nella Svp si stanno facendo le ossa i deputati di primo mandato (Alfreider, Schullian, Gebhard e Plangger), mentre Hans Berger potrebbe non ricandidarsi al Senato. Così spunta l’ipotesi Bressa (Pd), cui nelle prossime ore dovrebbe arrivare la conferma a sottosegretario agli Affari regionali. Anche Bressa ha annunciato l’intenzione di non ricandidarsi, ma Svp e Pd potrebbero chiedergli di restare alle prossime elezioni politiche, per garantire la fase di transizione del dopo Zeller. Il limite dei mandati è esaurito anche nel caso di Bressa, ma nel Pd la deroga richiede una procedura semplice. Da molti anni il politico bellunese è diventato il garante del patto politico nazionale tra Svp e Pd. Se non ci sarà Bressa, la Svp accetterà di proseguire con il progetto di un candidato italiano nel collegio Bolzano-Bassa Atesina? Da verificare. Un possibile candidato potrebbe essere Carlo Costa, il braccio destro di Bressa in Alto Adige. L’ex sindaco Luigi Spagnolli sarebbe interessato, ma una sua candidatura in questi mesi è complicata dal processo che lo vede protagonista per la vicenda dell’ampliamento del Twenty. Altre ipotesi circolano sia per il Senato che per la Camera: Christian Tommasini, Giovanni Polonioli, Ilaria Piccinotti, Chiara Pasquali.

Figure come Claudio Corrarati (Cna) o Michele Buonerba (Cisl) potrebbero essere lanciate se il Pd decidesse di puntare su candidature esterne, con un profilo trasversale. Luisa Gnecchi non si ricandiderà.

Sulla Camera si annunciano numeri minimi. Se la Svp otterrà di conservare nella nuova legge elettorale nazionale il sistema dei collegi uninominali previsti nell’Italicum per il Trentino Alto Adige (4 collegi per ciascuna provincia, più tre deputati eletti con proporzionale a livello regionale), gli italiani dell’Alto Adige potrebbero contare su un solo deputato, eletto nel collegio Bolzano-Bassa Atesina (molto difficile strappare per la nostra provincia un secondo onorevole dalla lista regionale).

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