La protesta

Val Gardena, i lavoratori del turismo scendono in strada: «Straordinari non pagati»

Nei giorni scorsi alcuni dipendenti hanno mostrato cartelli in cui lamentano «promesse» non mantenute. La Cgil: «È la fotografia di ciò che succede ovunque: orari di lavoro troppo lunghi e buste paga concordate al netto»

LA DENUNCIA «L'altra faccia del turismo, dal nero agli stagisti sfruttati» 
LA PROPOSTA Uil: «Un tavolo per introdurre la settimana di quattro giorni»


Fausto Da Deppo


VAL GARDENA. Una protesta, in Val Gardena, ha riunito in questi giorni alcuni lavoratori del settore turistico, dipendenti di strutture ricettive e della ristorazione. Hanno scritto dei cartelli, li hanno portati in giro facendo leggere a chi li vedeva che a loro, ai dipendenti, non vengono pagate le ore di lavoro straordinario concordate con i datori di lavoro, "promesse".

È una situazione che non sorprende Antonella Costanzo, della Filcams Cgil. «Abbiamo fatto una denuncia specifica alcune settimane fa - ricorda - una denuncia relativa ad orari di lavoro troppo lunghi e buste paga in cui non vengono riconosciute alcune variabili aggiuntive, come appunto gli straordinari, ovviamente comprese nei contratti collettivi, buste paga concordate al netto, nelle quali in quel netto ci viene messo tutto, ad esempio i ratei delle mensilità aggiuntive, tredicesima e quattordicesima, una volta anche gli assegni familiari».

La Cgil sta percorrendo strade ed emergenze sul territorio con l'equipaggio del suo "Camper dei diritti". Incontra persone che chiedono informazioni e altre che hanno un problema sul lavoro di cui parlare, per cui cercare una soluzione. «Fino a giovedì, eravamo a San Candido - prosegue Costanzo - la prossima settimana proseguiremo l'intervento nella zona alta della provincia, dove la stagione invernale si è prolungata e chiude in questi giorni o più avanti. Abbiamo registrato 80 - 100 passaggi al camper in un paio di giorni. È un servizio che di anno in anno cresce e diventa punto di riferimento. Abbiamo già ascoltato molti lavoratori chi rivendicano la corretta retribuzione rispetto a orari di impiego molto ampi».

«Hanno aspettato la fine della stagione per uscire allo scoperto. Parliamo di turni quotidiani di 12 - 14 ore magari articolati in due fasi, ma comunque un numero di ore eccessivo. Succede soprattutto a chi lavora nelle cucine, che spesso in alberghi e ristoranti sono sotto organico. Per coprire le esigenze, vengono fatti lavorare di più quelli che ci sono e sono impiegati con la paga concordata. La protesta emersa a Ortisei è la fotografia di ciò che accade un po' in tutta la provincia. È chiaro che, oltre a problemi di salute e sicurezza, 12 - 14 ore sono troppe e se nemmeno vengono interamente pagate».

«Occorre che i datori di lavoro comincino a regolarizzare tutte le posizioni e dimostrino di pagare tutto il dovuto ai dipendenti. Occorre che i lavoratori non facciano accordi su retribuzioni al netto, magari invogliati, attratti dalla certezza di quello che entra loro in tasca, ma concordino i contratti al lordo per una retribuzione consolidata in busta paga, una retribuzione che comprenda tfr, tredicesima e quattordicesima e copra l'eventuale malattia».

Il sindacato si è trovato "spesso" in questi anni ad affrontare vertenze per differenze retributive. «L'abbiamo visto anche in quest'ultimo periodo proprio con l'attività sul territorio del Camper dei diritti - aggiunge Costanzo - Con il lavoratore che lamenta una parte di lavoro non pagata ricostruiamo la busta paga e nel caso apriamo una vertenza. Si tratta e si può anche andare in tribunale. Bisogna saper chiedere quello che è giusto, senza la paura di non essere ripresi in futuro. Le aziende hanno bisogno di lavoratori».













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