Pelé compie 80 anni, "la mia vita da O Rei"

(ANSA) - ROMA, 21 OTT - Se il calcio non si fossechiamato cosi', avrebbe dovuto essere denominato Pelè. Ilpensiero di Jorge Amado e' anche quello di 200 milioni dibrasiliani. Che, coerentemente, da giorni celebranol'ottantesimo compleanno del simbolo del futebol,anagraficamente in arrivo venerdì. Edson Arantes Do Nascimiento(come si chiamava prima di diventare il bisillabo piu' famosodello sport) e' nato infatti a Tres Coracoes il 23 ottobre 1940:in una vita da copertina ha regalato record (basti questo: unicocalciatore a vincere tre mondiali, 1279 reti segnate incarriera) e soprattutto sogni. Generazioni di bambini hanno provato il colpo da fuoriclasseispirandosi a Pele' su un prato di periferia, un cortile, uncampetto. Per lui si sono sprecate le iperboli. Atleta delsecolo (assegnato dal Cio nel 1999), calciatore del secolo (exaequo con Maradona, che gli anni, 60, li compie il 30 di questomese). O Rei e' stato, ed è tuttora con Muhammad Ali', l'atletapiù celebre della storia, famoso nei punti piu' remoti dell'AsiaMinore come nel cuore dell' Africa, nei deserti australiani comenelle grandicapitali. Nessun altro sportivo ha avuto piu' spettatori di lui, e lasua faccia e' tuttora, molti anni dopo il suo ritiro, tra lepiu' popolari del pianeta. ''Sono conosciuto piu' di Gesu'Cristo'', disse anni fa in un'intervista all'ANSA. Una frase chegli attirò critiche: ma a pensarci bene non aveva torto perché"anche se è una cosa blasfema - spiegò - c'è una logica. Io sonocattolico, e so cosa significhi Gesù con i suoi valori. Ma nelmondo è pieno di gente che crede in altro: in Asia , ad esempio,ci sono centinaia di milioni di buddisti. Magari non sanno chi èCristo, ma di Pelé hanno sentito parlare...". Nel mondo, più prosaicamente, c'è anche gente che crede cheMaradona gli sia stato superiore. "Falso - rispose inquell'intervista -, basta guardare i fatti. Sapete quanti gol ditesta ha segnato Diego? Ve lo dico io, nessuno: Pelé cento. E didestro?....in tutto io ho segnato 1.281 reti, vi dice nientequesto dato? Il problema è che gli argentini non si rassegnano,mi hanno contrapposto prima Di Stefano, quindi Sivori, poiMaradona. Prendano atto del fatto che comunque io valgo più ditutti e tre". E' stato intervistato e fotografato piu' di qualsiasi altrapersona: statisti, divi del cinema e tycoon vari. E' statoaccolto da 'Rei' in 88 nazioni, e ricevuto da 70 premier, 40capi di Stato e tre Papi. In Nigeria venne dichiarata una treguadi 48 ore ai tempi della guerra con il Biafra perche' tutti, daentrambi gli schieramenti, potessero vederlo giocare. Lo Scia'di Persia lo aspetto' tre ore in un aeroporto solo per potersifare una foto con lui, le guardie alle frontiera cineseabbandonarono i loro posti e si spostarono a Hong Kong,attirandosi le ire del regime, solo perche' avevano saputo chela Perla Nera si trovava quel giorno nella citta'-colonia. In Colombia Pele' fu espulso durante una partita, e la follainvase il campo costringendo l'arbitro alla fuga. Il matchriprese solo con il ritorno in campo del grande brasiliano, aquel punto la folla torno' disciplinatamente sugli spalti. Quando aveva 20 anni in Brasile venne dichiarato ''tesoronazionale'', e fu quindi proibita la sua cessione all'estero: cirimase male il presidente dell'Inter Angelo Moratti che sognavadi portarlo in nerazzurro e gli aveva fatto offerte molto serie.L'Italia fu anche il primo paese straniero visitato da Pele',nel 1958 quando il Brasile si fermo' per due amichevoli sullastrada verso i Mondiali di Svezia, ma il timidissimo ragazzino17enne gia' stella del Santos (citta' del litorale paulista chelui rese famosa ovunque) non pote' giocare contro Inter eFiorentina in quanto infortunato. Pele' e' stato immortalato da Andy Warhol nella galleria deisuoi ritratti. Bauru', la citta' brasiliana dove comincio' agiocare, gli ha dedicato una statua che produrrebbe miracoli(c'e' chi sostiene di essere guarito toccandola): cento canzoni(due le incise lui stesso, nel 1969, assieme alla grande ElisRegina) narrano la sua leggenda. Iperboli su perboli, numerosequanto i suoi gol. Ma a ben pensarci tutte insieme non loraccontano come fa il gesto plastico della rovesciata nel filmFuga per la vittoria. Figlio d'arte di un calciatore che ebbepoca fortuna, Dondinho, a 80 anni non sa spiegare l'origine delsuo soprannome, e in privato, lui che e' cosi' popolare epubblico regala persino momenti di grande pudore. Nell'intervista con l'ANSA, prese la cornetta del telefono edisse semplicemente ''Sono Edson, come va?''. Certo poi offreanche qualche legittima pacchianata: l'impianto che gli hannointitolato in patria a Maceio' si chiama stadio ''O Rei Pele''' e lui quando va in tribuna in quell'impiantogongola. Ideale uomo propaganda, non ha mai fatto spot per sigarette ealcolici, e guadagna tanto anche dopo aver smesso di giocare.Anche adesso che è ridotto in sedia a rotelle e ha perso tantidei quei sorrisi che avevano fatto innamorare il mondo di paripasso con i suoi gol. Nonostante le stampelle gli abbianoimpedito di essere l'ultimo tedoforo all'Olimpiade di Rio 2016,in Brasile rimane il Mito, quello per cui scrivonoancora sui muri "Grazie di essere nato". Il calciatore di cui,garantiscono con un' unanimità altrimenti impensabile dallespiagge di Copacabana ai palazzetti coloniali di Salvador deBahia, si parlerà anche nei secoli a venire come del "Rei" delcalcio: gliargentini se ne facciano una ragione. (ANSA).



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Alcaraz campione fragile, le immagini del ko con Dimitrov a Miami

Un gigante dai piedi di argilla: grandissimo talento ma anche una inattesa fragilità nei momenti più delicati della sua carriera. Carlos Alcaraz cade ai quarti a Miami contro Grigor Dimitrov e si scopre ancora una volta più debole - se è possibile dirlo per un grande campione come lui - rispetto alle grandi aspettative che in tanti nel Circus nutrono nei suoi confronti. Dopo un avvio di stagione difficile a causa di alcuni stop inattesi come l'eliminazione agli Open d'Australia, negli Usa lo spagnolo sembrava aver ripreso smalto e fiducia in se stesso. La vittoria contro l'amico e rivale Jannik Sinner in semifinale ad Indian Wells e poi lo stesso titolo conquistato con una gran partita in finale contro Daniil Medvedev apparivano come l'uscita dal tunnel nel quale si trovava. Ma l'illusione della ripresa è durata pochi giorni, almeno fino ad oggi quando nuovamente ed inaspettatamente il murciano è caduto contro Dimitrov. "Mi sono sentito frustrato. Grigor mi ha fatto sentire come se avessi avuto 13 anni. Ha giocato un tennis fantastico quasi perfetto", ha detto dopo il ko contro l'esperto bulgaro. "Non vedevo alcun suo punto debole. Ero spaesato. Per questo mi sento frustrato. Parlavo con la mia squadra e non sapevo cosa fare", ha poi ammesso. Ed è questo uno dei pochissimi punti deboli dello spagnolo. Non la tecnica che è quasi perfetta e neanche la prestanza fisica - la sua esplosività impressiona gli avversari - ma la tenuta psicologica. Già in passato, Alcaraz ha dichiarato di avere un rapporto quasi simbiotico con il suo coach Juan Carlos Ferrero e che, senza di lui a guidarlo all'angolo, in campo si sentiva un po' perso. Ad esempio, quando ad inizio stagione l'allenatore spagnolo a causa di un intervento chirurgico non è andato in Australia, il giovane numero due al mondo ha ammesso di sentirsi in difficoltà perché gli mancavano la capacità di lettura del match ed i consigli dell'ex campione spagnolo. Va anche detto che Dimitrov è un avversario particolare. Il bulgaro è sempre stato considerato uno dei grandi talenti del tennis mondiale: l'erede "inespresso" di Federer, un tennista capace di colpi incredibili con una tecnica pressoché perfetta ma anche di una mancanza di continuità che per buona parte della carriera lo ha relegato fuori dai top dieci del mondo. Oggi, però, era in una delle sue giornate di grazia. Resta da comprendere quanto nella debacle di Alcaraz sia dovuto al talento di Dimitrov e quanto ad un suo calo. Una risposta che soltanto il tempo potrà dare. Di certo, quel percorso che vedeva lo spagnolo avviato verso il numero uno del ranking mondiale a scapito di Novak Djokovic è più irto e complesso di quanto si potesse inizialmente pensare. Anzi, in caso di vittoria di Sinner a Miami, l'italiano gli strapperà il numero due della classifica Atp relegandolo al terzo posto. Ma sbaglia chi sottovaluta Alcaraz che, tra l'altro, si appresta a giocare sulla terra battuta, la sua superficie, dove per i rivali ci sarà tanto da faticare.

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"Cannibale" Odermatt vince anche il gigante di Bansko

L'elvetico ha chiuso la sua gara 2.15.75, precedendo di circa un secondo il norvegese Alexander Sten Olsen (2.16.66) e l'austriaco Manuel Feller (2.16.83). Primo degli azzurri il bergamasco Filippo della Vite, buon decimo in 2.17.76, l'unico a migliorarsi veramente nella seconda manche recuperando sei posizioni. In classifica poi ci sono Giovanni Borsotti 17/o, Luca De Aliprandini 23/o dopo una deludente seconda manche e Alex Vinatzer 27/o. Domani a Bansko si gareggia in slalom (foto Ansa)

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Gigante donne a Soldeu: in testa Bassino davanti a Brignone

Le due azzurre separate da 3 soli centesimi. Terzo tempo per la neozelandese Alice Robinson a 11 centesimi mentre la svizzera Lara Gut-Behrami, leader di disciplina davanti a Brignone, è solo nona Assente l'infortunata Sofia Goggia, per l'Italia in classifica ci sono poi Elisa Platino in 1.02.49 e poi con uno sfortunato errore per Roberta Melesi in 1.03.84 mentre è uscita Asja Zenere (foto Ansa)

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Sinner a Mattarella: orgoglio per una vittoria di squadra

"L'orgoglio di essere qui è per una vittoria che e' frutto del sacrificio e del gioco di squadra". Cosi' Jannik Sinner, nel suo intervento al Quirinale dove il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riceva gli azzurri vincitori della Davis 2023. "E' un successo per tutti gli italiani. La cosa piu' importante non e' stato vincere, ma esserci capiti tra compagni, di essere felici in campo e sorridere anche quando le cose non vanno per il meglio" (foto Ansa)

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Sinner, da 'Apoteosi' a 'sembra Nadal': il mondo lo celebra

Il trionfo di Jannik Sinner agli Australian Open di tennis a Melbourne ha monopolizzato le prime pagine dei quotidiani, non solo sportivi, sia in Italia che all'estero. "Sinner si traveste da Nadal per superare Medvedev ed essere incoronato campione", scrive in Spagna "Marca", facendo riferimento alla finale vinta dallo spagnolo rimontando due set contro il russo proprio come accaduto a Jannik. "Apoteosi", titola l'Equipe aggiungendo: "Ancora e ancora. Sinner conquista il suo primo Grande Slam. Le promesse dell'italiano di fine 2023 sono state mantenute, in gran stile. Al termine di una folle finale degli Australian Open, Sinner ha domato Medvedev, dopo una rimonta strepitosa. E' tra i grandi". E in Francia ne parlano anche i giornali generalisti come Le Figaro: "Seguendo le orme del padre, che era chef, Jannik Sinner sembra aver trovato sui campi le ricette giuste per invitarsi stabilmente alla tavola dei re". L'altoatesino - aggiunge Le Figaro citando anche il super finale di 2023 di Jannik, con la vittoria della Coppa Davis - ha fatto "la storia del suo paese". Per il generalista spagnolo El Mundo "Sinner vince in Australia e anticipa una grande rivalità con Alcaraz". "L'italiano parte sotto di due set, poi vince al quinto. Prima finale del Grande Slam e prima vittoria: meglio di così non si può", si legge, in Germania, su "Bild". Negli Una ne parlano i più importanti network a partire dalla dalla NBC: "Il primo italiano a vincere gli Australian Open in quello che potrebbe essere un cambio generazionale nel tennis". Poi c'è la CNN, che dedica ampio spazio alla vittoria in Australia, con anche un richiamo nella home page del suo sito. "Jannik Sinner rimonta due set per aggiudicarsi il suo primo titolo slam". E in Gran Bretagna sulla sempre istituzionale Bbc: "Jannik Sinner ha vinto gli Australian Open dopo una grande rimonta". Sempre in Inghilterra il Daily Mail titola: "la rimonta del ragazzo", mentre The Australian chiude così: "La gloria appartiene a Sinner, il ragazzo della montagna ha scalato un'altra cima" (Ansa / Afp)

il campione

Djokovic: "Io come Tom Brady, voglio giocare fino a 40 anni"

Il numero 1 al mondo intervistato a margine dell'esibizione che lo attende alla Riyadh Season Tennis Cup. L'esempio citato è lo storico quarterback di football americano vincitore di sette Super Bowl e per cinque volte nominato MVP della finale in cui si assegna il titolo. "E' un grande esempio di campione capace nel suo sport di costruirsi una carriera longeva e ricca di successi" (foto Ansa)

Sci: Shiffrin vince libera St.Moritz davanti a Goggia

(ANSA) - ROMA, 09 DIC - La statunitense Mikaela Shiffrin ha vinto la discesa libera di St.Moritz, battendo di una manciata di centesimi le azzurre Sofia Goggia, vincitrice ieri del SuperG sulla pista Corviglia, e Federica Brignone. Nella prima libera della stagione di cdm femminile dopo la cancellazione delle prove previste a Cervinia, la leader della classifica generale ha chiuso con il tempo di 1:28.84, staccando di soli 15 centesimi Goggia che a sua volta ha superato Brignone, partita col pettorale n.1, per soli due centesimi. Giù dal podio le austriache Cornelia Huetter (+0.28) e Miriam Puchner (0.39), quarta e quinta, e la tedesca Emma Aicher (+0.43), sesta. Tra le altre azzurre, dopo la discesa delle prime trenta Marta Bassino è al decimo posto (+0.69), Nicol Delago al ventesimo, Laura Pirovano al 24/o e Nadia Delago al 26/o. (ANSA).









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